Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Un gruppo di analisti influenzati da Lacan ha tentato di estendere il concetto di significante fino a comprendere significanti al di là del linguaggio. Basandosi sul suo lavoro con gli psicotici, Piera Aulagnier (1994) ha segnalato i punti deboli del concetto di significante, introducendo il concetto di pittogramma per riferirsi a un livello di “rappresentazione” inconscia non-verbale nell’incontro corporeo del neonato con l’adulto accudente: incontro fra zone erogene e relativi oggetti parziali in assoluta inconsapevolezza della dualità che lo costituisce. Guy Rosolato (1969) ha introdotto il concetto di significanti di demarcazione con l’analogo obiettivo di indicare i significanti non linguistici, mentre Didier Anzieu (1985) ha coniato il termine di significanti formali a sostegno della sua teoria dell’Io-pelle. Lo stesso Jean Laplanche – fra coloro che si sono sistematicamente opposti all’idea che l’inconscio sia strutturato come un linguaggio – ha introdotto i termini di significanti enigmatici e significanti designificati . Altri analisti che hanno adottato il concetto di significante di Lacan ne hanno trasgredito il senso esclusivamente linguistico, restando in tal modo più aderenti al concetto freudiano di inconscio. Così, opponendosi a Lacan, Laplanche (2000a) ha asserito che l’inconscio non è strutturato come un linguaggio, dal momento che in esso non c’è un codice né ci sono messaggi: l’inconscio è costituito da significanti isolati privi di ogni ‘referenzialità’. Per sottolineare la propria distanza dal significante lacaniano, Laplanche ha trasformato il termine che egli stesso ha coniato di significante enigmatico in messaggio enigmatico . Sostituendo il concetto freudiano di rimozione con quello di ‘traduzione’, Laplanche (2000b, 2007) ha aperto la strada a una spiegazione inter-soggettiva della costituzione dell’inconscio . A causa dell’attivazione della sua sessualità inconscia nel corso delle cure ordinarie prestate al bambino, l’adulto trasmette dei messaggi enigmatici. Il bambino tradurrà tali messaggi nella misura di cui è capace: ciò che si perde nella traduzione va a costituire l’inconscio del bambino. Dal momento che l’inconscio dell’adulto è sessuale, sessuale infantile , è questo sessuale ad essere trasmesso al bambino in forma enigmatica. Distinguendosi da Laplanche e dagli altri autori che hanno privilegiato la prima topica freudiana, André Green, nei suoi numerosi scritti, ha segnalato come la seconda topica fosse più utile nel lavoro con i pazienti non-nevrotici. Di conseguenza, il suo approccio al concetto di inconscio ha preso una direzione leggermente diversa da quella degli analisti francesi menzionati finora. Rifacendosi a sua volta a Freud, Green sostiene che l’inconscio in quanto sistema è costituito da rappresentazioni e affetti che “escludono la sfera delle rappresentazioni di parola” (Green, 2004, p.114), intendendo “che l’inconscio sarebbe costituito unicamente da uno psichismo che sfugge alla strutturazione del linguaggio ” ( ibidem , p. 113). L’introduzione da parte di Freud di un Io inconscio ha trasformato lo statuto dell’inconscio, non più limitato ai contenuti del rimosso ma parte integrante della struttura dell’Io. Questo importante sviluppo della teoria freudiana ha permesso di focalizzarsi su modi di pensare che, come sostiene Green, sono “lontani dal senso comune” e che possiamo trovare nelle strutture non-nevrotiche ( ibid ., p. 237). Nella concezione della psiche proposta da Green, il fattore economico delle pulsioni è essenziale: l’inconscio consiste di una rete ramificata di derivati pulsionali (sotto forma di

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