Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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rappresentazioni di cosa) che cercano una via di scarica. Se tali derivati pulsionali costituiscano rappresentazioni o presentazioni e se sia loro possibile raggiungere la figurabilità tramite la mente dell’analista sono argomenti di una nuova area di ricerca freudiana, di teorizzazione e di dibattiti (Botella, 2005, 2014; Kahn, 2013, 2014). La natura dinamica di queste rappresentazioni (che hanno per oggetto una forma primaria della pulsione) le spinge verso l’azione o la coscienza. L’aspetto mobile e dinamico delle pulsioni dell’inconscio radicate nel corpo, alla costante ricerca di scarica e determinanti le azioni dell’individuo, ha una risonanza clinica quotidiana (Green, 2005). Green (1974) ha anche sviluppato una importante teoria dell’affetto, che permette di concepire in maniera diversa la presenza del corpo nel linguaggio. Lacan (1994, p. 128) riteneva che l’interesse per l’affetto nella psicoanalisi nord- americana potesse portare a “una impasse”, dato che il significato è piuttosto un effetto del significante. Tuttavia, nei suoi ultimi seminari (Lacan, 2011), cominciò a parlare di ciò che del Reale (traumatico) non era o non poteva essere rappresentato, a partire da ciò che Freud aveva scritto. Lacan arrivò in tal modo ad una concezione dell’inconscio come assenza di rappresentazione, o come ciò che non può essere detto, un tema che negli ultimi anni è diventato un argomento di studio centrale in Francia. René Kaës (1995) è uno degli autori che hanno contribuito a concettualizzare questa dualità dell’inconscio, descrivendo i ‘due nuclei’ dell’inconscio , il primo che apre al corpo o discende nel corpo , il secondo connesso al gruppo e al suo intreccio di significanti. Entrambi partecipano alla costituzione del soggetto, nel senso che il soggetto poggia sull’attualizzazione di queste riserve inconsce di sensazioni e idee accumulate. Botella e Botella (2004) - a partire dal loro lavoro con pazienti gravemente traumatizzati – hanno portato avanti l’elaborazione di Green segnalando il difetto di rappresentazione che caratterizza questi pazienti. Poiché i traumi preverbali sono iscritti ma non rappresentati nella psiche, questi autori ritengono che sia necessaria una nuova tecnica per incorporarli nel trattamento psicoanalitico. Per affrontare queste situazioni di ‘memoria senza ricordi’ , i Botella (2004, 2014) hanno dunque introdotto il ‘lavoro di figurabilità psichica ’, che è l’analista a dover svolgere. Un altro filone significativo della scuola francese contemporanea si è occupato della qualità del ‘lavoro’ inconscio e della qualità della relazione fra i sistemi Inconscio e Conscio (ad esempio Green, i Botella e Reid). Inizialmente Freud (1900) propose un importante indicatore: se, come egli sosteneva, il sogno era stato a lungo confuso con il suo contenuto manifesto, allo stesso modo era fondamentale non confonderlo con il suo contenuto latente. Di fatto, l’essenza del sogno risiede nel lavoro onirico . Analogamente si può sostenere che la caratteristica essenziale dell’inconscio sia il lavoro dell’inconscio . In questo caso l’accento cade sull’Inconscio in quanto sistema che, oltre a dei contenuti specifici, possiede una logica eterogenea rispetto al sistema Pcs-Cs (vedi anche più oltre “La logica dell’inconscio”). L’inconscio è privo di esame di realtà, con il risultato che nei processi inconsci “la realtà di pensiero è equiparata alla realtà esterna, il desiderio al suo appagamento” (Freud, 1911c, p. 459). Il processo primario è governato dall’allucinatorio, che è la prima modalità d’investimento dell’Inconscio in quanto sistema. Invece il sistema conscio-preconscio opera sotto l’egida dei processi secondari e cerca di integrare l’esame di realtà. Secondo Green, i

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