Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Botella, Reid e altri, il processo allucinatorio è quindi la prima forma di investimento-lavoro inconscio . Il funzionamento psichico descritto nel primo modello freudiano (topografico) è in realtà il prodotto di un lungo periodo di dipendenza e interazione dalle psiche delle figure di accudimento, uno sviluppo che idealmente porta ad un’articolazione adeguata fra i sistemi Inc e Pcs/Cs. Tale articolazione consiste in movimenti di opposizione/collaborazione facilitati da un confine flessibile e semipermeabile, che consente alla rimozione una posizione ferma, ma non troppo rigida. Freud descrisse dettagliatamente questa relazione di opposizione/collaborazione senza tuttavia sviluppare ipotesi relative alla genesi o alla costruzione di tale relazione. Possiamo dire che proprio a questo punto Winnicott (1974) ha raccolto il testimone, scoprendo la transizionalità in una rivisitazione della genesi dell’esame di realtà. D’ora in poi quest’ultimo sarà inscritto nel contesto di una relazione paradossale fra la psiche e il suo ambiente. I processi transizionali attivano una nuova modalità di investimento inconscio, che collega la modalità allucinatoria con i segnali della realtà . Nella dimensione transizionale l’oggetto sufficientemente buono è la madre e, nello stesso tempo, non è la madre, mentre i processi primari e secondari vengono simultaneamente riuniti e separati. È questa forma transizionale di funzionamento o ‘lavoro’ psichico – una combinazione di modalità allucinatoria ed esame di realtà – che apre la strada ed è la base di un’articolazione flessibile dare/avere fra i sistemi Inc e Pcs-Cs. In questo contesto, la rimozione diventa la principale operazione difensiva, che previene e contemporaneamente facilita (attraverso il ritorno mascherato del rimosso) il passaggio di contenuti psichici dall’uno all’altro sistema. Quando l’ambiente primario è stato inadeguato, la psiche piuttosto che alla rimozione dovrà ricorrere prevalentemente al meccanismo difensivo della scissione, creando una situazione di opposizione diretta fra Inc e Pcs-Cs, un tipo di funzionamento psichico che caratterizza i registri non-nevrotici. Tutto questo lavoro dimostra lo stretto legame fra inconscio e pulsione postulato dalle teorie francesi contemporanee. Un altro tema importante è l’analisi dettagliata della “costruzione” della pulsione a partire dai riflessi fisiologici di base. La pulsione è considerata mutevole, in costante transizione, proliferante in ogni attività mentale e creata ex novo in determinate esperienze intersoggettive. Il presupposto di base è che l’ambiente precoce di accudimento abbia un ruolo cruciale nel dare forma e permettere lo sviluppo sia ai contenuti che ai processi del funzionamento inconscio dell’individuo. Pertanto, anche nelle sue manifestazioni più arcaiche, l’inconscio non è mai pura energia istintuale libera, ma piuttosto pulsione segnata profondamente dalla dipendenza primaria dell’essere umano da altri adulti specifici, di cui conserva le tracce. In tal senso Aulagnier (1994) teorizza il corpo dell’ infans come “un insieme di funzioni sensoriali, esse stesse veicolo di un’informazione continua che non può mancare…perché è condizione necessaria di un’attività psichica che richiede che siano libidicamente investiti sia l’informato che l’informante” (p. 52). E aggiunge che il suo punto di vista è simile al concetto di Bion di rêverie materna. Laplanche (1992a, b) ha introdotto il concetto di “intromissione”, che contrappone a quello di “impianto”, per descrivere una trasmissione violenta di sessualità inconscia da parte dell’adulto, non mitigata dalla rimozione e dall’elaborazione secondaria. Una concettualizzazione analoga, che tiene conto della qualità

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