Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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fornirono tale contesto, aiutandolo a elaborare una critica dell'individualismo e un'integrazione tra i suoi studi psichiatrici e le scienze sociali (Conci, 2010). George Herbert Mead aveva portato il collega Sapir all'Università di Chicago, dove John Dewey era sulla buona strada per sviluppare il suo approccio pragmatico alla teoria psicologica e sociale. Dewey (1896), allievo di Josiah Royce e C. S. Peirce, aveva pubblicato "Il concetto di arco riflesso in psicologia" (The Reflex Arc Concept in Psychology), opponendosi a una concezione lineare di stimolo-risposta in favore di una descrizione "circolare", in cui la designazione di uno stimolo in relazione a una risposta dipende dalla natura della situazione. Mead aveva anche una notevole formazione sul pragmatismo avendo studiato con William James. I pragmatisti, proprio come i gestaltisti, rifiutavano le spiegazioni causali e riduzionistiche a favore di descrizioni di esperienze reali, indagando lo sviluppo del sé nell'oggettività del mondo sociale. Per Mead (1982), "la mente individuale può esistere solo in relazione ad altre menti con cui condivide significati" (p. 5; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). I significati si creano attraverso azioni e interazioni umane e il sé emerge attraverso un processo sociale. Il campo interpersonale di Harry Stack Sullivan è particolarmente significativo in questo ricco contesto. Per Sullivan il campo non è un concetto psicoanalitico, ma si riferisce alla profonda interdipendenza degli individui in una situazione interpersonale, in quanto l’individuo è un essere sociale e il suo sé viene definito da ciò che gli altri rimandano di sé stesso. Data l'influenza del pragmatismo, si tratta di un campo che può essere osservato e che riguarda ciò che le persone fanno l'una con l'altra, non ciò che fantasticano (Levenson, 1981). Chiaramente, questo florido ambiente di pensiero contribuì alla sua formulazione dell’interdipendenza come un concetto di campo. Ciò divenne un caposaldo della sua concettualizzazione, fornendo agli psicoanalisti interpersonalisti il presupposto per quella che sarà la svolta relazionale, di cui parleremo più avanti in questa voce. Sebbene nella prima metà del XX secolo i principi della Gestalt siano stati importanti in tutta Europa, essi hanno assunto un ruolo centrale nell'opera di un pensatore sempre più influente nella filosofia francese, Maurice Merleau-Ponty , amico intimo di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, il quale insegnò dapprima alla Sorbona e poi fu cattedratico di filosofia al College de France dal 1952 fino alla prematura scomparsa nel 1961. Egli fu introdotto alla teoria della Gestalt da Aron Gurwitsch , uno studente di Stumpf e Husserl emigrato a Parigi prima di accettare un incarico alla New School di New York. Merleau-Ponty non si è mai considerato un gestaltista (era una figura di spicco della filosofia fenomenologica), ma utilizzò il pensiero della Gestalt per sostenere una filosofia del soggetto incarnato nel mondo. Il "Mondo", seguendo Husserl e il suo allievo Heidegger, è il mondo vissuto, "le monde vécu" (Merleau-Ponty, 1945/2012, p. 57), una struttura, interrelata ma ambigua, di investimenti significativi. I fenomeni messi in luce dalla Gestalt fornirono uno strumento per indagare la natura del comportamento, del pensiero e della percezione, dove il significato di percezione viene ampliato dai semplici fenomeni visivi all'intera gamma di esperienze incarnate. Merleau.Ponty (1933/1971) iniziò la sua riflessione filosofica notando come la definizione più familiare di gestalt fosse in realtà una definizione di ciò che una gestalt non è: essa è differente dalla somma delle sue parti. Al contrario, egli ne offriva una definizione positiva, che può iniziare a chiarire come il concetto di campo si intreccia con le gestalt: "La 'Gestalt' è un'organizzazione spontanea del campo sensoriale che fa sì che i presunti 'elementi' dipendano da un ‘tutto’ che è a sua volta articolato in un tutto più ampio” (p. 193; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.) Le gestalt sono organizzazioni del campo che sono a loro volta organizzate come elementi di altre gestalt in campi più ampi. Merleau-Ponty (1945/2012) ha proposto una visione che comporta una stratificazione di

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