Torna all’indice
meravigliosa citazione di Merleau-Ponty pubblicata postuma che cattura quest'ultima prospettiva dell'inconscio: "Si parla sempre del problema dell' ”altro", dell' ”intersoggettività", ecc.... In realtà, ciò che va compreso, al di là delle "persone", sono gli esistenziali in base ai quali le comprendiamo, che racchiudono il significato sedimentato di tutte le nostre esperienze volontarie e volontarie. Questo inconscio non va cercato in fondo a noi stessi, dietro la nostra "coscienza", ma davanti a noi, come articolazione del nostro campo. È "inconscio" per il fatto che non è un oggetto, ma è ciò attraverso cui gli oggetti sono possibili, è la costellazione in cui si legge il nostro futuro. È tra di loro come l'intervallo degli alberi tra gli alberi o come il loro livello comune" (Merleau- Ponty, 1964b/1968, p. 180; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Secondo questa formulazione, l'inconscio è il campo degli "esistenziali" che trascendono la nostra individualità, strutture di significazione vissute piuttosto che conosciute, "come tutte le strutture, tra i nostri atti e i nostri scopi e non dietro di essi" (Merleau-Ponty, 1964b/1968, p. 232; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Questo "tra" descrive una matrice significativa sconosciuta e "invisibile". L’impressione di Merleau-Ponty è che il sé e l'altro fanno parte di una struttura sovraordinata, in cui il processo inconscio fa parte della struttura sedimentata del linguaggio e del simbolo e non è non limitato ai confini della nostra separatezza. Il campo visibile è tenuto insieme da una invisibile struttura di significati. La soggettività si esprime fondamentalmente in questa struttura che si organizza nella relazione intrecciata dei soggetti (non ridotta semplicemente alla loro interazione) : la “struttura di una gestalt", dove il tutto (il campo inconscio) è inteso come qualcosa che emerge da quell'intreccio di parti (soggetti incarnati) che a sua volta costituisce il soggetto. Soprattutto in America Latina (de Leon de Bernardi 2008), esiste un legame tra la visione gestaltista della percezione e l'enfasi di Merleau-Ponty sulla funzione dell'osservazione e sui fenomeni percettivi come indicatori della realtà. In definitiva, gli analisti sudamericani individuano in ciò la principale influenza sul concetto di Racker di posizione analitica di osservatore partecipe, che ha contribuito in maniera decisiva al concetto di campo dei Baranger. Tra le radici interdisciplinari specificatamente europee, la nozione di "incontro" nella filosofia idealistica di Hegel e nella fenomenologia di Husserl, viene da alcuni considerata (Bohleber 2013, pp. 807-809) precorritrice di una versione dell'intersoggettività psicoanalitica intesa come incontro dialogico che trascende la dinamica transfert-controtransfert. Questo, a sua volta, può aver fornito uno sfondo filosofico al concetto psicoanalitico di Corrao che parla di incontro come Big Bang del campo. II. B. RADICI PSICOANALITICHE A livello globale, l'opera di Merleau-Ponty e dei gestaltisti influenzò Pichon Rivière, José Bleger, Willy e Madeleine Baranger nella regione del River Plate in Sudamerica. I loro lavori hanno a loro volta influenzato gli analisti italiani Ferro e Civitarese, e il nordamericano Robert Langs. In America Latina, il concetto classico di "Campo psicoanalitico" dei Baranger si è sviluppato dialogando con altri influenti autori latinoamericani appartenenti ad una cultura psicoanalitica radicata principalmente nella tradizione freudiana e in quella classica inglese delle Relazioni Oggettuali. In Europa, dove il lavoro dei Baranger si è diffuso gradualmente solo negli anni '80 e '90, la loro concettualizzazione di "Campo psicoanalitico" è diventata dominante in tutte le ulteriori riflessioni sul concetto; tuttavia, è vero che ci sono anche radici ‘autoctone’, rintracciabili nella nozione di
25
Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online