Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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(Winnicott, 1962, p. 56; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.) e lo sviluppo dell’Io non ha luogo senza una madre sufficientemente buona, in grado di fornire un ambiente facilitante che permette al bambino di iniziare ad integrare le sue varie parti in un Io rudimentale. Successivamente, e solo successivamente, iniziano i processi di formazione del simbolo e l’organizzazione del “contenuto psichico personale”, che costituisce la base per “relazioni vitali” (Winnicott, 1960, p. 45; citazione tradotta per questa, N.d.T.). Come dice Winnicott, in questa fase “il bambino non è ancora un’entità che ha un’esperienza” (1962, p. 56; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Klein, al contrario, credeva che c’è un Io rudimentale, una qualche consapevolezza di realtà, così come i processi proiettivi e introiettivi sono attivi fin dalla nascita. Per lei, il bambino in questa fase sta avendo esperienze. Nella seconda raccolta di articoli scritti tra i tardi anni ’50 e i primi anni ’60, “Sviluppo affettivo e Ambiente”, il focus è posto sui processi maturativi, che necessitano di ulteriore accompagnamento da parte di un ambiente che faciliti la loro crescita. Confrontando la propria posizione con quella della Klein, Winnicott (1970) osserva che la Klein riconobbe l’importanza dell’ambiente nelle prime fasi di sviluppo, nel senso che: “Il lavoro della Klein sui meccanismi difensivi di scissione, e sulle proiezioni e le introiezioni e così via, è un tentativo di valutare in termini individuali gli effetti dell’insuccesso delle misure ambientali” (p. 58). Comunque, per Winnicott, non esisteva un individuo senza un ambiente. Mentre Freud, Klein e Bion portavano alla luce la complessità della situazione edipica, Winnicott concettualizzava lo stato dell’essere pre -edipico, dove la madre e il bambino formano inizialmente una singola unità. Invece del conflitto innato, Winnicott ha focalizzato la sua attenzione sulla deprivazione ambientale . Lo stato dell’essere del bambino (pre-edipico) è l’interesse centrale di Winnicott. Per lui, lo sviluppo non dipende essenzialmente dal conflitto e dalla sua risoluzione, ma più dal senso dell’essere e dalla sua continuità. III. F. Prospettive della Psicologia del Sé, Relazionali e Intersoggettive. In altri modelli psicoanalitici – principalmente in quelli basati sul Sé e sulle relazioni oggettuali - le questioni che riguardano il conflitto hanno un ruolo minore nella comprensione della psicopatologia e nel portare avanti un trattamento analitico (Busch 2005; Canestri 2005; Smith 2005). In questo modello, invece del conflitto, quello che è preso in considerazione per spiegare le psicopatologie gravi è un deficit che c’è stato nelle fasi precoci e indifferenziate dello sviluppo . La Psicologia del Sé e i suoi sviluppi successivi (Kohut 1977; Ornstein e Ornstein 2005), così come le scuole relazionali e intersoggettive (Harris 2005), contestano la centralità del conflitto intrapsichico inconscio. Essi ascrivono le gravi psicopatologie al deficit psichico, estendendo quindi le origini della psicopatologia alle fasi di sviluppo in cui non si è ancora stabilita la differenziazione tra rappresentazione di sé e rappresentazione dell’oggetto. Per questo motivo, anche la differenziazione delle tre strutture psichiche in cui si sviluppa il conflitto (l’Es, l’Io, e il Super-io) risulta difettosa. Secondo questa prospettiva, i bisogni in gioco nel processo patologico si riferiscono principalmente a fallimenti dello

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