Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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l’uso dell’oggetto. L’enfasi sulla creazione del significato attraverso lo stabilirsi di uno spazio transizionale fra il bambino e la madre divenne centrale per l’iniziale teoria del sé di questo autore (Modell 1968). “Amore oggettuale e realtà” (Modell 1968), che è fondamentalmente un’elaborazione dei concetti winnicottiani, introduce due temi: l’aspetto intersoggettivo del transfert, e l’imperativo del sé di rendere significativa la propria esperienza come aspetto fondamentale della motivazione umana (Kirshner 2010). Portando avanti il suo pensiero intersoggettivo in termini di complementarietà rispetto alla teoria pulsionale freudiana, Modell in “Psicoanalisi in un nuovo contesto” (1984) ha sostenuto che il sé è costruito non soltanto dal basso verso l’alto [bottom up] a partire dalle pulsioni biologiche, ma anche dall’esterno verso l’interno [outside in], attraverso uno scambio diadico. In questa interazione tra due modelli psicologici, quello orientato dall’interno verso l’esterno – la psicologia monopersonale – si occupa di fenomeni come il sognare, la formazione del sintomo, e l’inviolabilità del sé privato o nucleare; quello invece orientato dall’esterno verso l’interno – il modello intersoggettivo bipersonale dei sé reciprocamente intrecciati – si occupa della qualità relazionale di ogni attività psichica. Entrambi sono in gioco nel processo psicoanalitico. In tal senso vicino alla posizione di Loewald e Green, Modell ha sostenuto che la psicoanalisi fornisce non tanto una nuova relazione riparativa, bensì una nuova relazione con gli oggetti già esistenti. In “The Private Self” (Modell 1993) l’enfasi sul sé interno nascosto, radicato nella memoria affettiva, viene ancora una volta in primo piano, basandosi questa volta sulla ricerca neuroscientifica di Gerald Edelman, il quale ha ipotizzato che la capacità del cervello di ri- categorizzare e ri-trascrivere la memoria in tutti i nuovi contesti delle esperienze di vita abbia un valore evoluzionistico, per mantenere la continuità del sé. Per Modell, ciò fornisce una base neurobiologica alla Nachträglichkeit freudiana (après coup, azione differita [deferred action]); fornisce inoltre la soluzione di un paradosso – il sé nella sua forma effimera e in quella duratura – che adesso sono intesi come entrambi validi all’interno di contesti specifici. Andando oltre Edelman, nei suoi lavori recenti Modell (Modell 2003, 2007) aggiunge la dimensione creativa ed affettiva della ritrascrizione, che è il suo contributo principale. Nel suo “Imagination and the Meaningful Brain” (Modell 2003) il processo di ritrascrizione è ulteriormente elaborato collegandolo alla creatività metaforica. In “The Sense of Agency and the Illusion of the Self” (Modell 2007), il sé necessita di essere continuamente ricontestualizzato attraverso l’esperienza emotiva. In quest’ultimo articolo, che costituisce un altro esempio di pensiero interdisciplinare e in cui egli affronta il fenomeno dell’arto fantasma, postula che la continuità del sé sia una creazione transizionale e “… possa essere un’illusione generata inconsciamente” (Modell 2007, p. 8; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.), senza la quale noi non potremmo vivere (Kirshner 2010). Tuttavia, fedele al suo pensiero dialettico, in “The Unconscious as a Knowledge Processing Center” (Modell 2008) il sé riemerge come un processo di ritrascrizione dinamica dell’esperienza, soppiantando l’illusione/finzione di un sé nucleare privato e stabile.

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