Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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III Ba. Hanz Hartmann, i suoi collaboratori e i contemporanei “Proprio come Hartmann ha fatto notare a coloro che enfatizzavano l’esistenza dell’‘inconscio prima di Freud’ (es. Whyte, 1960) che fu Freud a sistematizzare un concetto esistente, così si può dire che fu Hartmann, più di chiunque altro, ad aver sistematizzato in una teoria coerente elementi sparsi e già esistenti di Psicologia dell’Io” (Rangell, 1965, p. 7; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). A partire dalla pubblicazione della sua monografia nel 1939, Heinz Hartmann ha intrapreso un lavoro di rielaborazione della teoria psicoanalitica soprattutto nell’ambito della Psicologia dell’Io. Ha ampliato le funzioni dell’Io non limitandole alle operazioni difensive, e messo l’accento sull’adattamento oltre che sull’ipotesi che le strutture psichiche siano innate , pre-conflittuali, relativamente autonome (e relativamente libere dei conflitti ) e pre-costituite, con radici biologiche che si adattano ad un ambiente mediamente atteso. In un secondo tempo ha elaborato questo concetto collegandolo a considerazioni evolutive, sostenendo che: “… con questo non si vuol dire che l’Io, come sistema psichico ben definito, sia innato; si vuole piuttosto mettere in risalto che lo sviluppo di tale sistema non è riconducibile solo all’incidenza della realtà e delle pulsioni ma anche a un complesso di fattori che non si possono identificare né con l’una, né con le altre” (1950; trad. it. 1976, p. 135). In collaborazione con Kris e Loewenstein, Hartmann (1964) ha rimarcato le implicazioni e le applicazioni della scuola della Psicologia dell’Io. Questi autori hanno definito le tre istanze psichiche sulla base delle loro funzioni e delle relazioni inter-sistemiche e intra-sistemiche. Hartmann ha anche messo in rilievo l’importanza di precisare le caratteristiche delle diverse funzioni dell’Io e delle loro interazioni con le richieste pulsionali e del Super-io, oltre alle interazioni reciproche tra le stesse funzioni dell’Io (Bellak, Hurvich e Gediman, 1973). Un modo generale per categorizzarle è la distinzione tra funzioni di autonomia, funzioni difensive e funzioni sintetiche/integrative. Un’ulteriore differenziazione sottolineata da Hartmann è quella delle funzioni dell’Io compromesse nei casi di debolezza dell’Io , di cui ha messo in luce le differenze individuali. L’evoluzione del concetto di funzioni dell’Io è esemplificata dal concetto di esame di realtà , già individuato da Freud nel 1895, che sarà illustrato più avanti. Hartmann, inoltre, ha distinto le funzioni dell’Io a seconda che si riferiscano all’ autonomia primaria o secondaria . Le funzioni basate sull’autonomia primaria comprendono, tra le altre, l’attenzione, la concentrazione, la memoria, l’apprendimento, la percezione, la funzione motoria e l’intenzionalità. Le funzioni di autonomia spesso originano sostanzialmente come processi difensivi (quindi collegato a un conflitto), e attraverso un cambio di funzione acquisiscono mete diverse e intenti di natura adattiva, come le abitudini, le capacità complesse apprese, il lavoro routinario, gli hobby e gli interessi. Egli ha poi sottolineato come l’autonomia e la libertà dal conflitto intrapsichico siano relative e come queste tendenze possano, di conseguenza, essere riportate in un conflitto inter-sistemico attraverso la ripulsionalizzazione . Nei conflitti intra-sistemici, le diverse funzioni dell’Io possono trovarsi l’una contro l’altra, con direzioni o mete diverse; possono anche sorgere conflitti intra-sistemici tra operazioni dell’Io difensive e non difensive. Il concetto di Hartmann di autonomia secondaria è stato inteso come il risultato di un cambiamento funzionale. Proprio

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