Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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accada evolutivamente fra bambini e genitori affinché i primi possano sviluppare un adeguato senso del sé. Nella psicologia del sé di Kohut il sé non è presente alla nascita, bensì emerge a partire dall’infanzia attraverso la relazione con un caregiver (Galatzer-Levy and Cohler, 1990). Kohut è giunto a considerare il sé come un’unità funzionale, determinata dall’esperienza piuttosto che da pulsioni interne. In consonanza con le sue idee riguardo allo sviluppo del sé, egli ha presentato una rivalutazione del concetto di narcisismo, non considerandolo né patologico né indesiderabile, bensì come parte dell’esperienza umana (Kohut, 1966). In tal modo è giunto a considerare il narcisismo come normale fenomeno evolutivo, che può fornire un senso di identità, di valore, di significato e di continuità. Secondo Kohut, le trasformazioni del narcisismo sono “… la creatività umana, la capacità di essere empatici, la capacità di riconoscere la propria caducità, il senso dell’umorismo, la saggezza” (Kohut, 1966, p. 257; trad. it. p. 97). La linea narcisistica di sviluppo è attiva dall’inizio della vita ed è una precondizione per l’adeguato funzionamento della personalità. L’integrazione del narcisismo nella personalità sana ha rappresentato un radicale allontanamento da una visione del mondo psicoanalitica che vedeva il narcisismo in termini dispregiativi (Siegel, 1999). Il cuore della Psicologia del Sé è il sé, il nucleo della personalità, concettualizzato come un sistema psichico che organizza l’esperienza soggettiva di una persona in relazione ad un insieme di bisogni evolutivi (Wolf, 1988). Esso include le abilità, i talenti, i deficit e il temperamento di cui una persona è dotata alla nascita. Il sé è l’essenza dell’essere psicologico di una persona e consiste in sensazioni, sentimenti, pensieri e atteggiamenti verso sé stesso e il mondo (Banai, Mikulincer and Shaver, 2005). Il senso di sé di una persona si sviluppa ed è sostenuto dalle sue esperienze con l’oggetto-sé (Kohut, 1984). Il concetto di oggetto-sé fu introdotto da Kohut per descrivere un aspetto di una funzione nella relazione fra il sé e gli altri. Dalla nascita in poi, sostiene Kohut, noi siamo intimamente connessi con gli altri ed abbiamo bisogno di sentire che essi sono disponibili in modo affidabile a fornirci di nutrienti emotivi necessari per lo sviluppo ottimale (Wolf, 1988). Ciò di cui abbiamo bisogno da parte degli altri, e il modo in cui abbiamo bisogno che gli altri siano responsivi verso di noi, cambia nel corso dell’esistenza (Kohut, 1984). Queste funzioni consistono nel rispecchiamento, nell’idealizzazione e nella gemellarità (Kohut, 1977). Il rispecchiamento fa parte dello sviluppo del sé grandioso, in cui la risposta del genitore al bambino ne costruisce l’autostima e ne rinforza il senso di sé (Kohut, 1971). L’idealizzazione a sua volta è caratterizzata dalla brama di un oggetto onnipotente, a cui attaccarsi nello sforzo di sentirsi intero, sicuro e saldo (Siegel, 1999). La gemellarità è infine il bisogno di un altro che ispiri un sentimento di similarità (Kohut, 1971). Secondo Kohut, i bisogni di un ’oggetto-sé sono fondamentali nell’esperienza umana e sono essenziali per la coesione del sé (1971). Lo sviluppo di un sé coesivo ha luogo lungo tre assi:

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