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un oggetto e di garantire ad esse di essere rappresentate e incluse in una narrazione. In questo articolo gli autori affermano che "la psicoanalisi si afferma contro il trauma puro", ma nel considerare il "trauma puro", essi indicano i momenti e le impasse in cui le difficoltà "possono sembrare impossibili da superare per andare avanti nel processo psicoanalitico" in quella "terra di nessuno" (p. 124). Ferro vede l'altra importante radice della teorizzazione europea del Campo nel lavoro di Francesco Corrao , psicoanalista e medico italiano interessato al pensiero e all'epistemologia greca. Si formò con un’allieva di Melanie Klein, Alexandra von Wolff- Stomersee, che si era trasferita in Sicilia, e Corrao ne continuò il lavoro per sviluppare la psicoanalisi in quella regione. Egli studiò il lavoro di Melanie Klein e si interessò anche al pensiero di Wilfred Bion e alla sua teoria sui gruppi. Corrao (1985) definisce il campo come generato dall'incontro tra le dinamiche interne del paziente e dell'analista , o meglio, da una sorta di ‘Big Bang’ che si verifica ogni volta che la coppia analitica si incontra, creando un'unica unità dove prima c'erano due mondi interni distinti. Questo big bang crea quella che si potrebbe definire una funzione, che prende vita soltanto nel campo . Le sue caratteristiche non appartengono più né all'analista né al paziente, ma sono generate congiuntamente nell'incontro analitico, quando i diversi mondi interni della coppia si fondono in un'unica entità. L'approccio interpretativo dell'analista cambia quindi per accogliere questa unità, concentrandosi sul movimento all'interno del campo nel suo complesso e non più sui suoi aspetti individuali. L'attenzione che prima era dedicata alle interpretazioni si rivolge allora al processo di trasformazione. Il concetto di " campo bi-personale " di Ferro (Ferro, 1999), una struttura risultante dalla convergenza dei campi soggettivi dell'analista e del paziente, rappresenta un modo radicale di concepire l' intersoggettività inconscia . L'entità generata dall'interazione delle due soggettività è qualcosa di nuovo, è più della somma dei due campi individuali ora compresi in questa nuova struttura. Nella misura in cui il campo bi-personale appartiene al ‘qui-e-ora’ presente, portato in essere dai due soggetti impegnati nel percorso psicoanalitico, la dimensione temporale degli individui viene trascurata, delineando una sorta di "modellamento orizzontale dell’intersoggettività" (Bohleber 2013, p. 812), una sorta di concezione orizzontale dell'inconscio. Ferro (2009) ha ulteriormente ampliato e chiarito la sua concettualizzazione del campo alla Bion Conference di Boston, dove ha inserito l a teoria del campo in una cornice concettuale bioniana: "... dopo un lungo periodo di impegno, era giunto il momento di annunciare il matrimonio tra Bion (o, meglio, tra molti dei suoi concetti) e il concetto di campo" (Sabbadini e Ferro 2010, p. 424). Il campo ora comporta: “1. Il passaggio esplicito da un campo bi-personale a un campo multi-personale, in cui le gruppalità interne di paziente e analista si impegnano in interazioni complesse. 2. L'introduzione del concetto di personaggio del campo come ologramma/manifestazione continua dell'accoppiamento tra le gruppalità interni del paziente e dell'analista; e, da una diversa
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