Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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funzionanti forniscono un insieme di esperienze che producono un senso di coesione e stabilità. La consapevolezza cosciente degli oggetti-sé è generalmente assente. Comunque la ferita narcisistica, non mitigata dalle funzioni dell’oggetto-sé, è sperimentata come una lesione del sé. Quando gli oggetti-sé cessano di funzionare secondo queste modalità che soddisfano il bisogno, ciò può condurre alla rottura e alla frammentazione. Nella Teoria del Sé di Kohut (1982), l’empatia è una modalità di osservazione e il tramite attraverso cui vengono fornite le funzioni dell’oggetto-sé rispecchiante, idealizzante e gemellare. Insieme all’esperienza dell’empatia, si sviluppa un senso di coesione del sé. Queste idee rappresentano un’ulteriore elaborazione ed espansione del suo pensiero precedente: “L’empatia, il riconoscimento del Sé nell’altro, è uno strumento d’osservazione indispensabile, senza il quale tutta una vasta area dell’esistenza umana, compreso il comportamento dell’uomo in ambito sociale, rimarrebbe incomprensibile. L’empatia, l’espansione del Sé volta ad includere l’altro, costituisce un legame psicologico potente fra gli individui […]. L’empatia […] costituisce un legame psicologico senza il quale la vita umana come noi la conosciamo e la prediligiamo non potrebbe essere sostenuta” (Kohut, 1975, p. 355; trad. it. p. 134). Il caregiver emotivamente sintonizzato ed empatico fornisce le funzioni dell’oggetto- sé che soddisfano il bisogno del bambino di affermarsi, di essere ammirato e connesso con gli altri. Secondo Kohut la patologia narcisistica è dovuta ai fallimenti empatici nel rispecchiamento e nell’idealizzazione, che deprivano il sé di risorse affidabili e coesive di narcisismo. Ciò dà luogo a un’incapacità a mantenere e regolare l’autostima a livelli normali e causa deficit, distorsioni, o debolezza nel senso di sé (Kohut, 1977; Goldberg, 1978). Complessivamente, il lavoro di Kohut costituisce una fondamentale pietra miliare per la concezione del narcisismo e per il concetto del sé. Dopo la sua morte, la Psicologia del Sé si è evoluta in svariate direzioni. Nell’ambito della Psicologia del Sé ‘tradizionale’ kohutiana, Paul Ornstein (1990, 1993) e Anna Ornstein (Ornstein & Ornstein 1980, 1985) hanno illuminato ulteriormente il ruolo dell’empatia, dei transfert con l’oggetto-sé, della rabbia narcisistica nel processo interpretativo per quanto riguarda l’azione terapeutica, e il terrore del paziente di ripetere le traumatiche delusioni con l’oggetto-sé e la speranza di un nuovo inizio nel trattamento. Arnold Goldberg (1995, 1999) ha applicato il concetto di scissione verticale, attuata attraverso diniego, allo studio delle perversioni, dei disturbi narcisistici, e dei comportamenti scissi rispetto all’esperienza dichiarata come l’abbuffata [binge eating], il travestitismo e l’infedeltà. Joseph Lichtenberg Fondando il suo pensiero sulla Psicologia del Sé di Kohut e sulla Intersoggettività di Stolorow (Stolorow e Atwood, 1992), Joseph Lichtenberg ha sviluppato una Teoria dei Sistemi Motivazionali in cui il “Sé” è concettualizzato come sé esperienziale o senso di sé. Questo

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