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a volte, erroneamente interpretati come ‘non sufficientemente psicoanalitici’. Attualmente, il suo lavoro è di nuovo apprezzato e considerato in linea con gli interessi psicoanalitici del XXI secolo, che tengono in gran conto l'influenza della cultura. Il pensiero di Erikson sulle oscillazioni psichiche interiori nella formazione dell’identità continua a essere considerato fondamentale nel pensiero psicoanalitico contemporaneo. Anche se i concetti di autonomia primaria e secondaria sono stati per lo più dimenticati, essi diedero l'impulso per la prosecuzione degli studi sull’interazione tra i fattori costituzionali e ambientali nel corso dello sviluppo. La Psicologia dell’Io, in modo diretto o indiretto, ha stimolato, ed è stata a sua volta arricchita, dall’osservazione e dagli studi sui bambini portati avanti da Winnicott (1953), Spitz (1965), Jacobson (1958, 1964) e Mahler (Mahler, Pine e Bergman 1975), che hanno consentito di ampliare la comprensione dell’area pre edipica. Le formulazioni di Eriksson e di Rapaport, e il ‘cambio di mezzi’ e ‘cambio di funzione’ di Hartmann, hanno stimolato la prosecuzione degli studi sulle trasformazioni evolutive dai primi sviluppi lungo il corso di tutta la vita e, indirettamente, hanno contribuito a rinnovare l’interesse per il tema del trauma, che era stato inizialmente trascurato dagli esponenti della Psicologia dell’Io (Blum 1987). La trasformazione che si raggiunge nel corso dello sviluppo con l’autonomia secondaria corrisponde alla trasformazione dell’ansia traumatica nell’ansia come segnale (Blum 1998). Dopo la relativa omogeneità che la Psicologia dell’Io aveva raggiunto nel periodo post- bellico, nella cosiddetta ‘era Hartmann’, negli anni ’70 essa scomparve dalla scena (Bergman, 2000). Dopo la morte di Hartmann crebbe l’interesse per la teoria delle Relazioni Oggettuali e si affermò l’epoca del pluralismo teorico (Blum, 1998). Il fermento sociale negli Stati Uniti, il dibattito filosofico sull‘ ’autorità’ nel periodo post-moderno e la critica femminista sul sesso biologico e sulla scelta di genere hanno contribuito a far crescere le posizioni che mettevano in discussione l'omogeneità della Psicologia dell’Io (Balsam, 2012). Tra le complesse questioni che hanno favorito questo spostamento di posizione possono essere considerate anche: 1. La grande enfasi sul complesso di Edipo che era visto come un letto di procuste cui tutte le teorie dovevano adattarsi (Blum, 2010; Balsam, 2015); 2. Non c’è mai stato un accordo sul metodo basato sui principi della Psicologia dell’Io. Il lavoro sulle resistenze all’analisi, centrale nella Psicologia dell’Io, nella maggior parte dei casi è stato praticato come modo per combattere le difese anziché analizzarle (Busch, 1999); 3. Così come era praticata, la Psicologia dell’Io lavorava soprattutto con interpretazioni profonde (distanti dall’esperienza) (Bush, 1999). 4. L’analisi era spesso condotta mantenendo una modalità rigida e impersonale. 5. Nonostante la crescente letteratura sullo sviluppo, il trauma sembrava non essere preso in considerazione.
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