ZERO IN CONDOTTA? «My reflection, dirty mirror / There’s no connection to myself I’m your lover, I’m your zero / I’m the face in your dreams of glass». The Smashing Pumpkins, Zero , 1995
di Carlo Cappa e Francesco Fabbro*
o minaccia, nella sua ambigua oggettività il voto numerico è percepito quale vessillo dell’autorità – addirittura, in alcuni casi, dell’autorevolezza – degli insegnanti. Eppure, nonostante abbia accompagnato il farsi dei sistemi d’istruzione, questa immagine della valutazione ridotta a numero è indebita e si nutre di equivoci ampiamente diffusi, sia tra chi insegna sia all’esterno delle istituzioni educative.
esperienza sia familiare anche a chi sta leggendo queste righe. Nulla di sorprendente. Nel sentire comune, il numero incarna la valutazione: è chiaro, facilmente maneggiabile e comunicabile, immediatamente comprensibile. Proprio il contrario degli individui. Esso dà una mano di vernice uniforme, livellando differenze singolari e stilando classifiche nelle quali a ciascuno è assegnato il suo posto. Premio o punizione, sprone
«Allora, com’è andata? Quanto hai preso?»
Contuttoché siamo stati studenti in anni differenti, la nostra quotidianità tra i banchi di scuola e università è stata ugualmente caratterizzata da domande similari e crediamo che, pur con diverse sfumature, tale
*Professore ordinario in Storia della Pedagogia - carlo.cappa@uniroma2.it Ricercatore di tipo B in Pedagogia sperimentale - francesco.fabbro@uniroma2.it
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