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Smart cities e diritto internazionale

di Chiara Venturini*

La diffusione delle smart cities , volte a massimizzare la sostenibilità delle attività quotidiane proprie di una comunità locale, ha aperto interrogativi e piste di ricerca anche per gli studi giuridici.

internazionali: sia il Paris Agreement, che i Goals 11, 13 e 15 dell’Agenda 2030 che la New Urban Agenda considerano le autorità locali enti preposti ad adottare le politiche più efficaci per lo sviluppo sostenibile.

Le smart cities, seppur prive di soggettività internazionale, possono rappresentare lo strumento idoneo per un corretto adempimento degli

obblighi imposti agli Stati da accordi in materia di tutela ambientale e sostenibilità?

L’interrogativo è pressante anche per gli studi giuridici: le proiezioni dimostrano che sempre piùindividui abiteranno nei centri urbani. Per rispondere alle esigenze di sostenibilità, le città hanno adottato interventi normativi anche grazie alla creazione di networks tra autorità locali per o scambio di conoscenze e pratiche. La centralità degli enti locali è sottolineata nei recenti trattati

Le città sono inoltre al centro di una conferenza condotta sotto l’egida delle Nazioni Unite: Habitat III , convocata dall’Assemblea generale con il fine di rafforzare l’impegno globale per una urbanizzazione sostenibile al cui fine è stata istituita una taskforce di sindaci, The Global Taskforce of Local and Regional Governments.

Ricercatrice di tipo A in Diritto internazionale, Programma Operativo Nazionale “Ricerca ed innovazione” - chiara.venturini@uniroma2.it

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