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Non si tratta di sbagliare strada, ma piuttosto di perdere nella propria memoria l’immagine delle colline verdi ricoperte di vigneti e il ricordo dei sapori dei piatti accompagnati da ottimi bicchieri di Barbaresco e Barolo. Benvenuti nelle Langhe, il regno di uva e tartufo! IMPOSSIBILE PERDERSI

di Carolina Saporiti - foto di Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero

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«Le Langhe non si perdono» dice il cugino di Ce- sare Pavese ne I mari del sud , primo testo di La- vorare stanca . I due parenti stanno camminando fianco a fianco in quei territori pieni di ricordi, l’uno – Cesare – ormai vive a Torino e l’altro è appena rientrato dopo un lungo viaggio in giro per il mondo. È uno stretto legame con queste terre che Pavese descrive anche nei Racconti : «Il mio paese sono quattro baracche e un gran fan- go [...] volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti: “Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là”». Oggi gran parte del mondo “quei tetti” delle Langhe li cono- sce molto bene e li associa principalmente a due cose: al vino e al tartufo bianco. Sebbene in Italia si producano ottimi vini a qualsiasi latitudine, il Piemonte e in particolare le Langhe non possono essere trascurati dai veri appassionati. Qualsiasi stagione è adatta a una “gita” in questi territori, in estate i viticoltori hanno più tempo da dedicare agli avventori e a luglio il festival

Collisioni è un bellissimo modo per raggruppare insieme più passioni. Ma è certamente l’autun- no il periodo più consigliato sia perché si posso- no assaporare i piatti tipici della regione – non tutti adatti alle temperature estive – sia perché è la stagione del tartufo bianco d’Alba. In questo momento dell’anno infatti si svolge anche la Fie- ra Internazionale dedicata a questo specialissimo fungo (quest’anno parte l’8 ottobre e continua fino al 27 novembre). Il mistero del Tuber Ma- gnatum è ancora irrisolto: cresce in pochissime aree del mondo e quella delle Langhe, Roero e Monferrato sembra proprio essere la migliore gra- zie a natura incontaminata, livello di umidità e condizioni del suolo. Altra grande eccellenza da scoprire è l’uva nebbiolo, la regina di queste dolci colline, protetta dai castelli e dalle torri dei pic- coli villaggi fortificati. Area di lotte e di splendore nel Medioevo, dalle Langhe passarono pellegrini, mercanti di sale, avventurieri, crociati, monaci la- sciando – ognuno di essi – un segno e un’eredità. Ma il segno più grande resta quello dei contadini

01. La zona delle Langhe e Roero sono diventate nel 2014 Patrimonio dell’Umanità e il Paesaggio Culturale di questi vigneti è stato dichiarato il 50° sito italiano protetto dall’Unesco. Foto di Davide Dutto

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