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Pine, Bergman, 1975) nella cornice teorica della Psicologia dell’Io/Teoria Strutturale, oltre che con l’infant reseaarche sull’auto regolazione e sulla regolazione interattiva proposta da Beebe (Beebe 2000) e con il Boston Change Process Study Group (BCPG 2007, 2008) – questi due ultimi sviluppi nel quadro delle Teorie del Sé e delle Teorie Relazionali (Vedi le voci: TEORIE DELLE RELAZIONI OGGETTUALI, PSICOLOGIA DELL'IO, SE’). Sulla scia di Bowlby (1969) in Inghilterra, Ainsworth (Ainsworth, Blehar, Waters e Wall, 1978) negli Stati Uniti ha sviluppato una teoria contemporanea dell'attaccamento, dove l'attaccamento è definito come il legame affettivo tra il bambino e un caregiver (Blum 2004) e come il corrispondente comportamentale di relazioni oggettuali interiorizzate sotto l'influenza della relazione precoce madre-bambino (Diamond e Blatt, 2007). Gli studi precedenti e comparabili sull’infant researche e sull’attaccamento in Europa (D. N. Stern, 1985; Trevarthen & Aitken 2001; Fonagy, Gergely, Jurist & Target, 2002; Ammaniti & Trentini, 2009; Cortina & Liotti, 2010) confermano sistematicamente la visione della personalità come organizzata in termini di 'sé-con-l'altro', dove l'interazione tra due soggetti è la condizione necessaria per lo sviluppo psichico così come per la cura psicologica (vedi anche le voci: TEORIE DELLE RELAZIONI OGGETTUALI, SÉ e INTERSOGGETTIVITÀ). VII. B. NEUROSCIENZE DINAMICHE E DELLO SVILUPPO E STUDI COGNITIVI Le neuroscienze dello sviluppo hanno suggerito che potrebbe esserci un ‘altro virtuale’ nel cervello i cui contorni vengono definitii dall’esperienza (Bråten, 2011). Si ritiene che i Sistemi di Neuroni Specchio (Gallese, Eagle e Migone, 2007) rappresentino un possibile elemento di tale ‘intersoggettività’ innata. Rilevanti a questo proposito sono anche gli studi neuro-psicoanalitici sulle strutture e sulle attività del cervello destro implicate nei processi inconsci del ‘sé implicito con l’altro’ di Allan Schore (2011). Fin dalle prime fasi della vita intrauterino-prenatale, le esperienze sensoriali partecipano alla formazione di una memoria emotiva e affettiva di base, vero e proprio cardine per l'organizzazione delle prime rappresentazioni (Mancia, 1980; LeDoux, 1992). In seguito all'indagine di LeDoux sull'interazione implicita dei molteplici sistemi di memoria in condizioni di trauma acuto negli adulti, una serie di studi longitudinali hanno continuato ad ampliare la conoscenza delle conseguenze neurobiologiche delle prime esperienze di coppia (Balbernie, 2001; Siegel, 1999; Schore, 2003, 2010) in bambini con e senza storie traumatiche precoci. Il messaggio chiave degli studi neuroscientifici sullo sviluppo del cervello è che “le connessioni relazionali umane modellano le connessioni neurali da cui emerge la mente” (Siegel, 1999, p. 2). Durante i primi tre anni di vita, tre circuiti cortico-limbici fondamentali per l’autoregolazione degli affetti vengono attivati e modellati dall’interazione con i caregiver, fornendo così le basi per il modo in cui future emozioni significative verranno vissute e gestite. In questo contesto, Schore (2003) ha studiato anche i correlati neurobiologici dell’esordio precoce della dissociazione in bambini che sembravano entrare in corrispondenza con la struttura ritmica degli stati non regolati della madre, sia sul versante dell’iperarousal che sul versante dell’ipoarousal dissociativa.
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