Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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IV. INCONSCIO E STUDI INTERDISCIPLINARI

IV.A. L’Inconscio nelle Neuroscienze

“La ricerca ha provato in modo incontestabile che l’attività psichica è legata al funzionamento del cervello come non lo è a nessun altro organo (…) Si apre quindi uno iato che per il momento non è possibile colmare; ” (Freud 1915c, pp. 57 Vol 8 ).

Sessantacinque anni dopo la pubblicazione dell’”Inconscio”, in cui Freud definiva due pilastri della psicoanalisi - l’ipotesi della vita mentale inconscia e l’evidenza dei due principi del funzionamento mentale: processo primario e secondario- lo psicoanalista, psicologo e neuro-scienziato Howard Shevrin pubblicava una sintesi di tutte le ricerche sui fenomeni subliminali in cui egli sosteneva che l’inconscio rappresenta una assunzione necessaria di tutta la psicologia (Shevrin e Dickman 1980). I primi tentativi nell’area della psicologia cognitiva sperimentale e delle neuroscienze cognitive erano limitati ai confini ristretti della percezione. Negli anni successivi c'è stata una valanga di ricerche che hanno interessato molte aree - la percezione, la memoria, le emozioni, la motivazione, il pregiudizio, le dipendenze, i disturbi dell’umore e dell’angoscia, l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo, la deprivazione - in cui (con una modalità prevalentemente descrittiva) sono stati identificati fattori consci ed inconsci. E ’stata la successiva esplosione della ricerca applicata e di base delle neuroscienze, specialmente nel Nord America e in Europa, con l’emergere delle ulteriori sotto- specializzazioni della neuropsicologia dinamica (Luria, 1966; 1973; Kaplan-Solms and Solms, 2000), delle neuroscienze dinamiche dello sviluppo (Balbernie, 2001; Schore, 2003; Siegel, 1999, 2007), delle neuroscienze affettive (Panksepp, 1999; Johnson, 2006), e dinamico- cognitive (Shevrin, 1994; 1999; Villa, Brakel, Shevrin, Bazan, 2008), che ha portato alla fondazione dell’area di ricerca interdisciplinare di Neuropsicoanalisi, il cui obiettivo era “studiare la natura dinamica della mente e identificare l’organizzazione neuronale della sua sottostante struttura inconscia” (Solms & Turnbull, 2011, p. 135; citazione tradotta per questa edizione N.d.T.). Un’importante voce di sostegno alla ricerca multidisciplinare dei fenomeni dinamici inconsci viene anche da Eric Kandel, vincitore del Premio Nobel per la fisiologia della memoria. (1998, 1999). Kandel e Shervin concordavano sul fatto che nelle neuroscienze l’inconscio dinamico che coinvolgeva i conflitti relativi agli impulsi sessuali ed aggressivi era poco esplorati. Ciò che aveva portato a una notevole confusione concettuale tra neuro- scienziati cognitivisti e psicoanalisti era che quello che la maggior parte dei neuro-scienziati definiva come inconscio, riguardava i processi preconsci, che sono definiti inconsci solo descrittivamente in quanto latenti secondo la terminologia psicoanalitica . C’erano discrepanze anche in altre definizioni, p.e. l’uso del termine “pulsione”, “istinto” “conflitto” ecc.; e divisioni metodologiche specialmente nelle analogie con altre specie non umane, e nelle inferenze derivate da osservazioni sul comportamento contrapposte alle rappresentazioni

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