Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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intra psichiche dell’analista, bensì il risultato di processi inter psichici, una prospettiva che prefigura decisamente i successivi sviluppi.

II. B. Tratti fondamentali del concetto allargato. (Dagli ultimi anni Venti ai primi anni Cinquanta in Ungheria, Inghilterra ed Argentina). Lo spostamento di paradigma del controtransfert da impedimento a strumento cominciò ad emergere negli ultimi anni Venti con la sfida di Sandor Ferenczi (1927, 1928, 1932) al dettame della neutralità (ed astinenza) psicoanalitica coi pazienti traumatizzati, e il convincimento che la posizione dell’analista dovesse essere piuttosto quella di osservatore partecipe . Michael Balint (1935, 1950; Balint & Balint 1939), allievo e traduttore di Ferenczi, successivamente fece una distinzione tra le descrizioni “classiche” e “romantiche” delle finalità del trattamento analitico: mentre gli autori “classici” – a partire da Freud – sottolineano i progressi nella capacità di insight, considerando le finalità in relazione con i cambiamenti psichici strutturali che consentono un rafforzamento dell’Io, gli autori “romantici” – i primi teorici delle relazioni oggettuali, Ferenczi e Balint stesso col suo concetto di un “nuovo inizio” – pongono la loro enfasi sulla “componente dinamica o emotiva” (Balint, 1935, p. 190; trad. it. p. 177). In uno dei suoi primi scritti – “Introiezione e transfert” (1909) – Ferenczi intuì questo sviluppo che vede nel controtransfert dell’analista un valido aiuto nell’interagire col transfert del paziente. Ferenczi sosteneva che le reazioni affettive di ogni genere, compreso l’amore sentito verso un paziente traumatizzato, sono potenzialmente portatrici di cambiamento psichico . La sua posizione analitica di “osservatore partecipe” e la sua “tecnica elastica” (Ferenczi, 1928) possono essere considerate storicamente come precorritrici di tutte le successive concezioni del controtransfert inteso in termini di co-costruzione e co-creazione, e come un riconoscimento che l’esperienza soggettiva dell’analista costituisca in vario modo un significativo elemento in gioco nel trattamento analitico. Riconosciuta come particolarmente creativa e persistente nella sua influenza, specialmente per quanto riguarda il lavoro analitico coi pazienti traumatizzati (Papiasvili, 2014), la concezione del controtransfert e la tecnica elastica proposte da Ferenczi furono peraltro considerate, fin dall’inizio, controverse e in qualche misura eccessive, come è stato documentato da Balint (1966) in modo simpatetico seppur rigoroso. Gli aspetti più radicali di questa prospettiva si rintracciano successivamente nel pensiero dell’analista nordamericano Harold Searles (1959, 1979), il quale segnalò che anche il controtransfert erotico [in cui l’analista sviluppa un interesse erotico verso l’analizzando] potrebbe indurre un vigoroso cambiamento psichico nei pazienti. La visione del controtransfert come un utile strumento terapeutico diviene esplicita con la Heimann nel 1950. Partendo da un’attenzione agli stati emotivi dell’analista verso il paziente, il presupposto di base di Heimann riguardo al controtransfert era “che l’inconscio dell’analista sia in grado di comprendere quello del suo paziente. Questo rapporto situato in profondità viene in superficie sotto forma di stati emotivi che l’analista avverte in risposta al suo paziente, nel proprio ‘controtransfert’ (Heimann, 1950, 82; trad. it. 97). L’analista deve usare la sua risposta emozionale al paziente – il controtransfert – come una chiave per comprendere i significati nascosti; egli deve essere “in grado di sostenere i stati emotivi che si

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