incarnando l’esempio perfetto del “ code is law ”, un nuovo tipo di “regolatore” delle relazioni contrattuali nello spazio virtuale.
Sembrerebbe, quindi, che lo smart contract possa ‘azzerare’ il diritto creando il ‘vuoto’ giuridico. Il ‘vuoto’ verrebbe, così, occupato dall’algoritmo. L’algoritmo sostituirebbe così il diritto … la tecnica - come preannunciato da Emanuele Severino - da ‘regolato’ diventerebbe ‘regola’. Ma se l’algoritmo assurge a regola è la stessa democrazia a vacillare. L’algoritmo è, infatti, creato dai programmatori di software , i quali, se non seguono nella creazione dell’algoritmo delle regole, assurgono essi stessi a nomoteti. Se, infatti, è vero che la matematica si avvale di un linguaggio universale, l’osservatore attento non può non rilevare che negli smart contract il linguaggio matematico presuppone la “ traduzione” del linguaggio naturale: è, infatti, l’informatico, che crea il programma, a tradurre in algoritmi i concetti tratti dal linguaggio naturale. Ne consegue che l’informatico assurgerebbe a legislatore, qualora, nel creare gli algoritmi, non seguisse le norme giuridiche.
artificiale, che consente alla macchina l’apprendimento automatico, l’algoritmo, creato all’inizio dal programmatore ‘umano’, potrà, nel medio periodo, essere modificato dalla stessa macchina, la quale, se è legibus soluta , perché non programmata a seguire determinate regole, diverrà essa stessa nomoteta, ovvero legislatrice. Il diritto non può, quindi, sottrarsi al suo compito di dar forma ad eventi di per sé muti, rendendoli visibili, intellegibili, riconoscibili indicando agli informatici la direzione verso cui dirigersi nella
costruzione del ‘code’. Lo smart contract potrebbe, così, costituire l’occasione per creare – tramite la redazione di una convenzione internazionale sottoscritta dal più alto numero di Stati – un diritto contrattuale uniforme almeno per i contratti business to consumer, estendendo la disciplina a tutela del consumatore oltre i confini dell’Unione Europea. La tecnica e, in particolare, internet e le blockchain spingono il giurista a trovare soluzioni normative che vanno oltre i confini nazionali e anche europei.
Inoltre, grazie all’intelligenza
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